top of page
Podcast

FLECTERE SI NEQUEO SUPEROS, ACHERONTA MOVEBO PODCAST

TACCUINO #2


La morte è un fattore umano di pregna importanza. Va presa seriamente. Una serietà greca che nella nostra contemporaneità liquida non vive più di educazione utile ad agire secondo misura e comprensione. L'appiattimento umano è il segnale dell'estinzione del pensiero critico, del mutamento del piacere della brevitate vitae apprezzata secondo discernimento in superficiale godimento provato all'evitamento delle verità. Il disagio si osserva nel quotidiano attraverso i mass media, preferendo il fuggire da responsabilità, vivendo di una aggressività psichica che partecipa della follia che ci abita. Senza indagar la stessa siamo inorriditi dalle manifestazioni più barbare, spaventati dall'osservazione in un continuum scioccante di quel che l’essere umano fa, ma senza mai porsi l’obiettivo di guardar oltre, giacché stupiti e quindi stupidi è bene, salto dal comodo gan eden che detiene la mandria è male. Il differir violenza e aggressività è di fondamentale importanza. Mentre la prima danneggia, partecipa di forza, la seconda è impulso spontaneo di vitalità, partecipa di grinta, è sanità, è creatività, appassionata, che consente di fare senza scadere in atto fallente, di fronteggiare le situazioni, di sentirsi vivi e partecipi. Vi è una collera etica, giustificata dagli eventi e necessaria di fronte alle ingiustizie, in pieno controllo dei propri impulsi. Troppo spesso vien fatta molta confusione. Troppo spesso non si discerne per ignoranza o insipienza. Si traduce, si interpreta. Qual danno. Non si presta attenzione, non si vive seriamente. Ci si può spingere oltre i limiti in totale disarmonia. E lo si fa. Perdendo quella forma intradattiva, contributo di stabilità fisica e psichica della persona sana. Mancando la spinta dirigente funzionale all'affermazione di sé e alla tutela della propria identità, si rovina sul basso limite della mediocrità, ben voluta dal sistema che vede organismi e non soggetti globali. Se si assumesse l'attenzione che si può porre nello studiare una fiera al pari di serietà - innata o maturata - e rispetto per la vita, si coglierebbero senso e significato più prossimi a una realtà umana scevra di speranza e degna di concretezza. Nella constatazione che la soggettività è venduta indissociabile dai dispositivi di sapere e potere che si estendono dalle istituzioni al rapporto dell'indicibile intimo essere con se stessi, questo ànthropos - la forza tellurica che sembra pensi molto fuorché all'evidenza d'esser l'inadatta vernice che cola su un quadro planetario che già gli sopravviveva e comunque gli sopravvive - è strutturato secondo processi performativi sociali, tecnici, politici, culturali, religiosi, economici. Codesto sinolo, al più frammento di una scheggia di meteoroide, che sulla creazione del mondo sarebbe stato un alito di vento e un giorno sarà un soffio in cima alla torre più alta del mondo. Ma non lo so di certo. Dove l'uomo è davvero uomo?

24 visualizzazioni

TACCUINO #1


Il cosiddetto Narcisista Maligno Perverso è il peggior incontro che esso stesso possa avere con il proprio essere. La natura di questa entità è primitiva, non evoluta, la più oscura della condizione umana. Anche se molti hanno usato etichette come cannibale intraspecie, vampiro d’anima, e altre, sono propenso a pensare che costui partecipi in personalità della morte, come già sottolineò Jung, tra altri. Se questo corrisponde al male teologico e alle discussioni concettuali che tentano di esprimere un luogo antico facendo esistere qualcosa che definito non è, il bisogno di istanziare sopravvive in me, parassita forse del mio turbamento platonico che muove a particolari, universali, modelli, idee. Tuttavia un condizionamento sulla via di superstizioni potrebbe deviare una critica attenta. Un’istanziazione, dunque, una sovrapposizione, una semplificazione appunto, un’insistenza che ovviamente non riesce ancora una classificazione categoriale con semplicità scevra da complessità e che perfora profondità. Ma forse è d’obbligo osservare più riferimenti a unici individui, in discreta ragion cognitiva secondo misura, non raggruppando enti nel tentativo di riportare lettere in stampa schiave di una verità d’indicazione perseguibile, come accade leggendo manuali diagnostici.


Quindi?


Ritengo sia questione che potrebbe trovar comprensione facendo luce sulle origini della vita. La ricerca deve essere gnoseologica per poter raggiungere completezza di comprensione ontologica. Se l'origine è primitiva, se la sopravvivenza ha una natura barbara, crudele, spietata, la vera essenza è il chaos. Un chaos che non è lo stesso ordinato e armonico che distingue la sostanza particellare in forma definita uomo. Questa materia segue o non segue il proprio dáimōn? Questa entità, in disaccordo con l'espressione di più parti, consegna, espelle, cede. Non sottrae. È un dare quello che ha. A quale scopo? Non v'è da chiedersi come, ma v'è da chiedersi perché sia venuta al mondo. Dona ciò che per natura è. Aridità. Morte. Squallore. Vergogna. Sofferenza. Mancanza. Tenebra. Ecce Homo. Partecipa dell’assenza di vita e dell’illusione drammatica della pura realtà originaria di un incubo che trasforma la natura osservabile, sulla spinta della distruzione, nel tentativo di voler inglobare l’altro e soffocar la luce. La determinazione nell'atto di annientamento è forte. Questo tipo di lotta che non include l’affrontare il cosiddetto sé, ciò che chiamo indicibile intimo essere, realizza domande sulla partecipazione al mondo, scaturite da dubbi e perplessità, su una condotta che in modo catastroficamente arduo non chiarisce se sia o meno cosa unheimliche. Il pericolo espresso non deve in alcun modo far pensare che la psicopatologia debba essere un'informazione utile a spostare l'attenzione. Questo perché sostengo: le realtà vadano osservate. Esistenze aberranti di oscurità involuta non producono frutti sani e vivi. Ancora, l'umanità costituita nella civiltà occidentale pecca quando disattenzionata sulle scorie che non devono essere abbandonate alla deriva. Il richiamo dell’essere speciato funzionale e il mondo inteso quale società che produce e spreca non sono e non devono essere sottovalutati.


La società dei consumi produce un'enorme quantità di scarti, anche umani. E non sa come smaltirli, Zygmunt Bauman, 2008.

Un pensiero che muove a riflessione.


L'amore come vincolo dovrebbe essere assunto dall’essere umano. A sapere che cosa è Amore. A sapere perché è. A sapere perché accade. E non solo come. A sapere discernere Eros e Kama da Agàpe e Philia. Unico modo per continuare la mia ricerca è sottostare la mia egida di verità osservata e coerenza.


88 visualizzazioni
bottom of page