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COUNSELING / COUNSELLING

Che cosa significa?

Da un punto di vista strettamente grammaticale vi è una differenza storica e culturale. Il termine counseling scritto e letto con una sola elle indica un approccio che si rifà alla tradizione statunitense. Il termine counselling scritto e letto con due elle indica un approccio che si rifà alla tradizione britannica. L'European Board for Certified Counselors, con sede in Portogallo, definisce il counselling una pratica che applica principi di salute mentale, psicologici o di sviluppo umano, attraverso strategie di intervento cognitive, affettive, comportamentali o sistemiche, che mirano al benessere, alla crescita personale o professionale. L'European Association for Counselling, con sede in Gran Bretagna, definisce il counselling come una relazione interattiva con il cliente, benefica per quest'ultimo in quanto diretta a risolverne i problemi sociali, culturali, emotivi, che vengono affrontati dal counselor in modo olistico. Il counseling è una metodologia comunicativa complessa. Si prefigge come scopo la realizzazione di un aiuto educativo introspettivo procedurale che muove sulle strategie di coping, le curative di adattamento. Il termine counselling deriva dall’inglese to counsel. Secondo l’Oxford Dictionary significa consiglio da un consigliere, o consulente. Il latino riporta consulo, consulis, consului, consultum, consùlere. Terminologie polisemiche che vivono di sottostanti ricchi concetti. Possiamo tradurre in sollevare insieme, ma anche - secondo un'iscrizione estrusca - sedere insieme, consolare, da Console, confortare, domandare, interrogare, riflettere, decidere, consultarsi con qualcuno su qualcosa, giungere a una decisione dopo essersi consultati. O ancora il greco συμβουλευτική, traslitterato in symvouleftikí, consulenza. O l'ebraico ייעוץ, i'uts, consultazione, consulenza, consulto, parere, terapia - di radice greca ther dal sanscrito dhar, tenere, sostenere -, assistenza psicologica. Potrebbe essere di derivazione medio persiana. Il termine vičir, tradotto con rappresentante, consigliere, indicava una funzione. I termini Taity ḏeb ṯaty, sono la traduzione consegnata di derivazione geroglifica egizia e potrebbero indicare la funzione o le funzioni di colui che cura la porta, del giudice o del consigliere. Trovo interessante ricercare sempre più anticamente attraverso realtà, culture e tradizioni. Ogni lingua è strumento. Di ogni strumento l'uso che ne facciamo è una scelta. Capire ci consente di intendere e imparare. Comprendere di evolvere. Ricordare di sapere. Se in tempi meno recenti gli incarichi svolti interessavano ambiti giuridico, religioso, sociale, oggi il counselor si occupa ancora di psiche, sofferenza, esistenza, condizione umana, per leggere problematiche connesse alla vita.

Ed è chiaro che da me non hanno imparato nulla, bensì proprio e solo da sé stessi molte cose e belle hanno trovato e generato.  Platone, Teeteto 149 a-151 d

RELAZIONE D'AIUTO

Che cos'è?

Istituto Superiore di Sanità, 1995: nessuna relazione di tipo professionale può e deve essere confusa con una relazione amicale, dove i limiti dell'ipercoinvolgimento e dell'identificazione sono ovviamente molto sfumati; questo concetto è la base stessa della possibile efficacia di qualsiasi relazione d'aiuto di tipo professionale. L’etimologia del termine relazione riporta al latino in refero, refertrelatum, referre, traducibili in riferire, restituire, riportare. Sono tutti verbi che sottintendono rapporti che si realizzano attraverso un qualchecosa che vincola. Affinché ciò accada è necessario che ci sia un’interazione tra gli enti coinvolti. La relazione di aiuto è intesa come il mezzo attraverso cui si dipana il processo che favorisce lo sviluppo della persona e la soluzione dei suoi problemi. Il termine greco μαιευτική, traslitterato in maièutica, è l'arte ( τέχνη ) ostetrica, derivato di μαῖα, levatrice. Il dialogo socratico è pars construens, per Platone, un modello vivo secondo il quale l'auto consapevolezza dell'ignoranza o dell'insipienza costruisce la ricerca di una conoscenza che libera, nell'assunzione di una verità propria.

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