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Narcisismo, Ontologia e il "Dio" delle Teologie Abramitiche: Una Critica Filosofico-Ontologica

  • Immagine del redattore: PsykoSapiens
    PsykoSapiens
  • 11 gen
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 23 gen

TACCUINO # 42


Questo saggio indaga il legame tra narcisismo ontologico e la concezione del cosiddetto divino nelle tradizioni abramitiche, concentrandosi sul significato dell'affermazione "Facciamo l’uomo a nostra immagine". La tesi proposta sostiene che il Dio biblico rappresenta una manifestazione narcisistica autoreferenziale (priva di radicamento ontologico?), e considera la possibilità che YHWH ed Elohim siano manifestazioni di un ordine cosmico non dislocato e alienato dalla concretezza materiale.


Ci spingiamo a considerare immagine traduzione e / o inganno, e / o manipolazione e / o interpolazione, sospettando sia corretto analizzare ipotetica trasformazione per "vecchio" ente a "nuovo" ente attraverso seme, a beneficio intimo, e in ultima analisi: utilità.


1. Introduzione: Ontologia e Narcisismo


L’ontologia, intesa come studio dell’essere in quanto tale, incontra il narcisismo come fenomeno strutturale che trascende la psicologia per assumere una valenza filosofica. Qui il narcisismo non è una patologia, ma una condizione ontologica di sradicamento, in cui l’essere si identifica esclusivamente con il proprio riflesso. In questa cornice, emerge la domanda: il Dio delle tradizioni abramitiche è un ente ontologicamente fondato o un’espressione narcisistica di frammentazione dell’essere? Questa questione costituisce il fulcro della presente analisi.


2. L’atto narcisistico della cosiddetta creazione: "Facciamo l'uomo a nostra immagine"


Il reso celebre versetto de la Genesi (1:26) riflette un paradigma di auto-rappresentazione narcisistica. La creazione dell’uomo come immagine di Dio non è un atto di alterità, bensì un gesto di autoconferma. Ontologicamente, ciò suggerisce una dipendenza strutturale: Dio si definisce attraverso il riflesso umano, rivelando una mancanza originaria. L’adorazione richiesta al creato si configura così come necessità di colmare questa lacuna.


La dinamica Dio-uomo, letta in questa chiave, si riduce a . . .


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