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  • Immagine del redattore: PsykoSapiens
    PsykoSapiens
  • 10 gen
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 23 gen

TACCUINO #41


Non siamo certi si possa parlare di vita e di esistenza, unitamente a qualcosa che sussiste nell’assurdo tra: dell’esperire del nulla, partecipando dal nulla al nulla. Potremmo ingannarci con concetti astrusi e nuovamente astrazioni assurde, ma potremmo anche sbagliare nel nostro radicamento di materialità (e non materialismo), non lasciando alle volte spazio all’universo e a un possibile ordine cosmico. Per noi vita e esistenza sono la stessa cosa? Se così è, la nostra dissertazione del narcisista come non ente e non esistente è o non è spazzatura, e ha o non ha fondamento, e ha o non ha fondamenti?


Facciamo propria la tensione tra materialità concreta e l’apertura a un possibile ordine cosmico, tra un radicamento nell’assurdo e l’eventualità che qualcosa sussista oltre ciò che percepiamo come nulla. Per situare la dissertazione sul narcisista come "non ente", dobbiamo distinguere con attenzione tra vita ed esistenza.


Vita ed esistenza non sono la stessa cosa?


  • La "vita" può essere intesa come un fenomeno biologico, un insieme di processi materiali e temporali che si manifestano nella materia organizzata, ma che non necessariamente implicano coscienza, significato o partecipazione ontologica. È il "vivere", un accadere che non richiede né consapevolezza né riflessione. Quindi, c'è "vita" e vita.


  • L'esistenza, invece, presuppone un esser-ci, un essere nel mondo che comporta riflessività, relazione e la percezione di sé in rapporto al nulla. Esistere è trovarsi sospesi tra la vita materiale e il significato (o la sua assenza), - e il senso -, un atto che implica sempre una partecipazione a un campo ontologico, anche se questo è assurdo o vuoto.


Il narcisista come "non ente"


Se il narcisista è definito . . .


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