TACCUINO #18
La conquista del percorso che muove per verità non è forse, evidentemente, eidetica? Quando vediamo la pura essenza dell'essere? Perché non vediamo? È forse proprio del tempo conscio lo sguardo che osserva il mondo vuoto? È il sogno il nocumento, o lo è la manifestazione che si appercepisce attraverso la naturale ermeneutica pello intelletto?
Osserviamo il piovere sollucheri sulle menti non ben formate che trionfano forme ebbre di stati miseri e penosi, tanto più miseri e penosi quanto più l'avidità è linfa che si fa spazio pelle vene e pasteggia sangue. Più pasteggia, più rincorre traguardi bugiardi, illusioni che ridono della stirpe effimera che si auto annienta.
«Ma è così che voglio! Io faccio ciò che voglio! Consumo ciò che è consumato per consumare il consumabile! Ecco, Si! Io sono poichè consumo!».
Consumo, dunque sono.